Archivio Magnini

Dibattiti e interventi - Cultura

1974 - Sculture di A. Checchi donate alla città 


Il Messaggero - 14 giugno 1974

Sculture di A. Checchi donate alla città

Saranno sistemate ai giardini Carducci

La «Famiglia Perugina» si è resa promotrice dell'offerta di due opere scultoree di Arturo Checchi alla città di Perugia.
L'offerta personalmente fatta dal presidente della famiglia perugina avvocato Dante Magnini al sindaco Caraffini è stata accompagnata dalla seguente lettera che ci piace riportare.
«Signor Sindaco, da noi richiesta la Zena Checchi Fettucciari ha voluto - con quello spiccato amore civico che la distingue - donare a Perugia due rare e preziose sculture di quel suo grande compagno che fu Arturo Checchi e ne ha reso latori la «Famiglia Perugina» e me per essa.
Aggiungo che - prospettatole il desiderio che anche Perugia, che ne fu città adottiva, abbia una civica raccolta di opere del Checchi come l'ha Fucecchio, sua città  natale - ci ha fatto pure promessa di una cospicua donazione, non appena sarà per essa trovata un'idonea sistemazione.
Per ora, comunque, il dono di queste due sculture che ben possono definirsi rare e preziose, perchè il Checchi, che fu sommo anche come scultore, non lasciò in tal campo molte opere: ancor più ambito e munifico ne è, dunque, il dono.
Le due opere sono a disposizione della civica amministrazione; resta soltanto il problema della loro collocazione.
In proposito la donante ci ha espresso un suo desiderio che ci sembra di poter condividere: che siano poste ai Giardini Carducci a lato delle due fontane.
Ci sentiamo di sostenere tale collocazione per le seguenti considerazioni: anzitutto, la giustifica una ragione effettiva e storica ben precisa: il maestro amava particolarmente quel luogo, quasi ogni mattina vi sostava e ne trasse ispirazione artistica costante. Non a caso il civico comitato per le celebrazioni in suo onore allestì una mostra intitolata proprio «Arturo Checchi ai giardini di Perugia» e su quel soggetto è pure uscita una mirabile cartella d'acqueforti.
Inoltre, servirebbe a portare l'arte, l'arte autentica quale è quella del Checchi, a diretto contatto col pubblico, come è, o dovrebbe essere, la sua vera destinazione e come è comunque il moderno indirizzo.
Si confida, così, che codesta civica amministrazione, nell'accettare il dono, accetterà anche tale proposta di collocazione.
Alla «Famiglia Perugina» - in ogni caso lieta di avere potuto contribuire a questo nuovo arricchimento artistico della sua città - non resta ora che attendere che le due opere siano sollecitamente messe a disposizione della collettività».

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La Nazione - 17 giugno 1974

Due opere di Arturo Checchi sono state donate alla città

Si tratta di due sculture del grande maestro che la Zena Checchi Fettucciari ha affidato alla Famiglia Perugina perchè vengano consegnate al sindaco di Perugia

La «Famiglia Perugina» si è resa promotrice dell'offerta di due opere scultoree di Arturo Checchi alla città di Perugia.
Riportiamo l'offerta personalmente fatta dal presidente della Famiglia Perugina avvocato Dante Magnini al sindaco di Perugia accompagnata da questa lettera:
«Da noi richiesta la Zena Checchi Fettucciari ha voluto - con quello spiccato amore civico che la distingue - donare a Perugia due rare e preziose sculture di quel suo grande compagno che fu Arturo Checchi e ne ha reso latori la «Famiglia Perugina» e me per essa.
Aggiungo che - prospettatole il desiderio che anche Perugia, che ne fu città  adottiva, abbia una civica raccolta di opere del Checchi come l'ha Fucecchio, sua città natale - ci ha fatto pure promessa di una cospicua donazione, non appena sarà per essa trovata un'idonea sistemazione.
Per ora, comunque, il dono di queste due sculture che ben possono definirsi rare e preziose, perchè il Checchi, che fu sommo anche come scultore, non lasciò in tal campo molte opere: ancor più ambito e munifico ne è, dunque, il dono.
Le due opere sono a disposizione della civica amministrazione; resta soltanto il problema della loro collocazione.
In proposito la donante ci ha espresso un suo desiderio che ci sembra di poter condividere: che siano poste ai Giardini Carducci a lato delle due fontane.
Ci sentiamo di sostenere tale collocazione per le seguenti considerazioni: anzitutto, la giustifica una ragione effettiva e storica ben precisa: il maestro amava particolarmente quel luogo, quasi ogni mattina vi sostava e ne trasse ispirazione artistica costante. Non a caso il civico comitato per le celebrazioni in suo onore allestì una mostra intitolata proprio «Arturo Checchi ai giardini di Perugia» e su quel soggetto è pure uscita una mirabile cartella d'acqueforti. Inoltre, servirebbe a portare I'arte, l'arte autentica quale è quella del Checchi, a diretto contatto col pubblico, come è, o dovrebbe essere, la sua vera destinazione e come è comunque il moderno indirizzo.
Si confida, così, che codesta civica amministrazione, nell'accettare il dono, accetterà anche tale proposta di collocazione.
Alla «Famiglia Perugina» - in ogni caso lieta di avere potuto contribuire a questo nuovo arricchimento artistico della sua città - non resta ora che attendere che le due opere siano sollecitamente messe a disposizione della collettività».

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