Archivio Magnini

Dibattiti e interventi - Cultura

1980 - Sulla apertura pomeridiana dei musei


La Nazione - 1 maggio 1980

Dopo una intervista del ministro Biasini

Perugia sta per perdere il suo ennesimo autobus

La Famiglia Perugina ha inviato la seguente nota:
Il problema dell'apertura dei luoghi d'interesse artistico e turistico è stato da noi da tempo sollevato e, nei limiti del fattibile, è stato anche cercato di fare qualcosa (vedi apertura domenicale a nostra cura del Pozzo etrusco di piazza Piccinino). Ma, certo, è di tale portata che esula non soltanto dalle nostre modeste possibilità, ma sin anche da quelle delle Amministrazioni locali ed entra in altre sfere. Per quanto riguarda almeno i monumenti maggiori.
Quella, del resto, della chiusura di gallerie e Musei per la maggior parte della giornata è in Italia problema annoso ed irrisolto. Diremmo incredibilmente irrisolto, in quanto patentemente contrasta non soltanto con la cultura, ma con la conclamata politica turistica che si vuole o si dice di voler fare nel nostro paese.
Chi abbia appena un po' di pratica di viaggi sa quanto sarebbe importante trovare aperti, anziché sbarrati, quei luoghi nelle ore pomeridiane e serali.
Chi ha a cuore la diffusione della cultura sa quanto sarebbe importante offrire alla popolazione attiva tali luoghi come utile ed educativo impiego del tempo libero, quel tempo libero che chi lavora ha proprio nelle ore e nei giorni in cui quei luoghi sono invece chiusi.
Ebbene: ora leggiamo in un'intervista concessa dal nuovo ministro ai beni culturali Biasini che vi è in programma l'apertura anche pomeridiana (e speriamo pure festiva) di alcune gallerie nazionali e sono indicate quelle che si intendono privilegiare: Milano, Roma, Napoli, Venezia, Firenze, Torino, Bologna, Siena e Ravenna.
Non sappiamo se dall'intenzione poi si passerà finalmente all'attuazione; ma per certo già sappiamo che dall'elenco è stata esclusa la Galleria Nazionale dell'Umbria. Perché o per quale ragione non è dato sapere (a parte la ben nota, determinante e perenne assenza da parte nostra di ... santi in Paradiso).
Non occorrono parole per ricordare come la Galleria Nazionale dell'Umbria abbia un'importanza unica ed insostituibile per quella che è l'arte italiana dagli albori del cinquecento. Non sarà, però, inutile ricordare l'alto numero di visitatori (nonostante il punitivo orario di cui appunto ci si lamenta) che conta oltre 65.000 all'anno. Il che la pone tra le più visitate d'Italia, per certo, molto più visitata di altre incluse nel sopracitato elenco delle privilegiate.
Non vogliamo, naturalmente, qui fare confronti che sarebbero oltretutto antipatici e di cattivo gusto. Non diciamo dunque: noi si ed altri no. Siamo però legittimamente autorizzati a dire: anche noi.
Perugia e l'Umbria non possono né devono restare sempre punite ed escluse. E non lo possono e non lo devono almeno in questo ennesimo caso.
Abbiamo già interessato in proposito più d'uno perché ciò non avvenga. Ora torniamo qui a farlo per renderlo di pubblica ragione, per coinvolgere tutte le componenti cittadine (da quelle amministrative e quelle politiche da quelle culturali a quelle turistiche, per finire alla stessa cittadinanza che poi è la prima ad essere interessata) ad un problema che interessa non soltanto l'arte, la cultura, ma anche il turismo e quindi la stessa economia. Oltre che la logica.
Il punto comunque è questo: Perugia sta per perdere un altro autobus. Ed era nostro dovere invitare a fare il possibile per evitarlo. E quantomeno avvertire che tanto sta purtroppo accadendo.
La «Famiglia Perugina»

___________________________________

Il Messaggero - 30 aprile 1980

Il nuovo ministro propone (era ora!) l'apertura pomeridiana di musei e gallerie: ma il capoluogo umbro è escluso

Perugia perderà un altro autobus

Perugia sta per perdere un'altro autobus. Con questa frase la «Famiglia Perugina» affronta il progetto dell'apertura dei luoghi di interesse artistico e turistico anche nelle ore pomeridiane (e si spera anche festive), riferendosi all'intervista rilasciata dal nuovo ministro ai beni, culturali, Biasini, secondo la quale, con questo orario si intendono favorire alcune gallerie nazionali tra cui quelle di Milano, Roma, Napoli, Venezia, Firenze, Torino, Bologna, Siena, Ravenna.
Un provvedimento che verrebbe a sanare una vecchia lacuna rappresentata appunto dalla chiusura dei musei e delle gallerie per la maggior parte della giornata, fatto questo in netto contrasto con la cultura e la conclamata politica turistica che si vuol fare in Italia.
Ben venga, dunque, questo provvedimento, dice la «Famiglia Perugina», che subito dopo però lamenta la sicura esclusione della Galleria nazionale dell'Umbria dall'elenco in questione.
«Non occorrono parole per ricordare - dice a riguardo la Famiglia Perugina - come la Galleria nazionale dell'Umbria abbia un'importanza unica e insostituibile per quella che è l'arte italiana dagli albori al cinquecento. Non sarà, però, inutile ricordare l'alto numero di visitatori (nonostante il punitivo orario di cui appunto ci si lamenta) che supera la quota di 65 mila all'anno. Il che la pone tra le più visitate d'Italia e, per certo, molto più visitata di altre incluse nel citato elenco delle privilegiate».
Ricordato che l'Umbria e Perugia non possono né devono restare sempre punite - ed escluse, almeno in questo caso, la Famiglia Perugina afferma di avere già interessato in proposito più d'uno perché la Galleria nazionale dell'Umbria non venga esclusa dal provvedimento, ricordando però che è necessario, per riuscire nell'intento, anche il coinvolgimento di tutte le componenti cittadine, da quelle amministrative a quelle politiche, da quelle culturali a quelle turistiche, per finire alla cittadinanza che è poi la prima ad essere interessata al problema per il suo rapporto diretto con l'economia.

i nostri PARTNERS

Contattaci

Se siete interessati alle nostre attività e a ricevere informazioni, contattateci tramite questo form, e vi risponderemo quanto prima!