Perugia sta per perdere il suo ennesimo autobus
La Famiglia Perugina ha inviato la seguente nota:
Il problema dell'apertura dei luoghi d'interesse artistico e turistico è stato
da noi da tempo sollevato e, nei limiti del fattibile, è stato anche cercato di
fare qualcosa (vedi apertura domenicale a nostra cura del Pozzo etrusco di
piazza Piccinino). Ma, certo, è di tale portata che esula non soltanto dalle
nostre modeste possibilità, ma sin anche da quelle delle Amministrazioni locali
ed entra in altre sfere. Per quanto riguarda almeno i monumenti maggiori.
Quella, del resto, della chiusura di gallerie e Musei per la maggior parte della
giornata è in Italia problema annoso ed irrisolto. Diremmo incredibilmente
irrisolto, in quanto patentemente contrasta non soltanto con la cultura, ma con
la conclamata politica turistica che si vuole o si dice di voler fare nel nostro
paese.
Chi abbia appena un po' di pratica di viaggi sa quanto sarebbe importante
trovare aperti, anziché sbarrati, quei luoghi nelle ore pomeridiane e serali.
Chi ha a cuore la diffusione della cultura sa quanto sarebbe importante offrire
alla popolazione attiva tali luoghi come utile ed educativo impiego del tempo
libero, quel tempo libero che chi lavora ha proprio nelle ore e nei giorni in
cui quei luoghi sono invece chiusi.
Ebbene: ora leggiamo in un'intervista concessa dal nuovo ministro ai beni
culturali Biasini che vi è in programma l'apertura anche pomeridiana (e speriamo
pure festiva) di alcune gallerie nazionali e sono indicate quelle che si
intendono privilegiare: Milano, Roma, Napoli, Venezia, Firenze, Torino, Bologna,
Siena e Ravenna.
Non sappiamo se dall'intenzione poi si passerà finalmente
all'attuazione; ma per certo già sappiamo che dall'elenco è stata esclusa la
Galleria Nazionale dell'Umbria. Perché o per quale ragione non è dato sapere (a
parte la ben nota, determinante e perenne assenza da parte nostra di ... santi
in Paradiso).
Non occorrono parole per ricordare come la Galleria Nazionale dell'Umbria abbia
un'importanza unica ed insostituibile per quella che è l'arte italiana dagli
albori del cinquecento. Non sarà, però, inutile ricordare l'alto numero di
visitatori (nonostante il punitivo orario di cui appunto ci si lamenta) che
conta oltre 65.000 all'anno. Il che la pone tra le più visitate d'Italia, per
certo, molto più visitata di altre incluse nel sopracitato elenco delle
privilegiate.
Non vogliamo, naturalmente, qui fare confronti che sarebbero oltretutto
antipatici e di cattivo gusto. Non diciamo dunque: noi si ed altri no. Siamo
però legittimamente autorizzati a dire: anche noi.
Perugia e l'Umbria non possono né devono restare sempre punite ed escluse. E non
lo possono e non lo devono almeno in questo ennesimo caso.
Abbiamo già interessato in proposito più d'uno perché ciò non avvenga. Ora
torniamo qui a farlo per renderlo di pubblica ragione, per coinvolgere tutte le
componenti cittadine (da quelle amministrative e quelle politiche da quelle
culturali a quelle turistiche, per finire alla stessa cittadinanza che poi è la
prima ad essere interessata) ad un problema che interessa non soltanto l'arte,
la cultura, ma anche il turismo e quindi la stessa economia. Oltre che la
logica.
Il punto comunque è questo: Perugia sta per perdere un altro autobus. Ed era
nostro dovere invitare a fare il possibile per evitarlo.
E quantomeno avvertire che tanto sta purtroppo accadendo.
La «Famiglia Perugina»
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Perugia perderà un altro autobus
Perugia sta per perdere un'altro autobus. Con questa frase la «Famiglia
Perugina» affronta il progetto dell'apertura dei luoghi di interesse artistico e
turistico anche nelle ore pomeridiane (e si spera anche festive), riferendosi
all'intervista rilasciata dal nuovo ministro ai beni, culturali, Biasini,
secondo la quale, con questo orario si intendono favorire alcune gallerie
nazionali tra cui quelle di Milano, Roma, Napoli, Venezia, Firenze, Torino,
Bologna, Siena, Ravenna.
Un provvedimento che verrebbe a sanare una vecchia lacuna rappresentata appunto
dalla chiusura dei musei e delle gallerie per la maggior parte della giornata,
fatto questo in netto contrasto con la cultura e la conclamata politica
turistica che si vuol fare in Italia.
Ben venga, dunque, questo provvedimento, dice la «Famiglia Perugina», che subito
dopo però lamenta la sicura esclusione della Galleria nazionale dell'Umbria
dall'elenco in questione.
«Non occorrono parole per ricordare - dice a riguardo la Famiglia Perugina -
come la Galleria nazionale dell'Umbria abbia un'importanza unica e
insostituibile per quella che è l'arte italiana dagli albori al cinquecento. Non
sarà, però, inutile ricordare l'alto numero di visitatori (nonostante il
punitivo orario di cui appunto ci si lamenta) che supera la quota di 65 mila
all'anno. Il che la pone tra le più visitate d'Italia e, per certo, molto più
visitata di altre incluse nel citato elenco delle privilegiate».
Ricordato che l'Umbria e Perugia non possono né devono restare sempre punite -
ed escluse, almeno in questo caso, la Famiglia Perugina afferma di avere già
interessato in proposito più d'uno perché la Galleria nazionale dell'Umbria non
venga esclusa dal provvedimento, ricordando però che è necessario, per riuscire
nell'intento, anche il coinvolgimento di tutte le componenti cittadine, da
quelle amministrative a quelle politiche, da quelle culturali a quelle
turistiche, per finire alla cittadinanza che è poi la prima ad essere
interessata al problema per il suo rapporto diretto con l'economia.
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