Archivio Magnini

Dibattiti e interventi - Cultura

1984 - Salta la mostra per il centenario di Dottori


La Nazione - 22 agosto 1984

«Per Dottori una mostra ... fuori luogo»

La mostra su Gerardo Dottori per il centenario della sua nascita (nacque a Perugia nel 1884) rischia di saltare.
Se ne farà al suo posto un'altra, «sicuramente importante - dice la Famiglia Perugina - ma che è un altra cosa».
«E' un'altra cosa, perché la mostra in programma su Dottori, oltre a contenuti artistici (era prevista una panoramica sul futurismo e in particolare sull'aeropittura di cui il "nostro” fu iniziatore), aveva contenuti umani: il tributo d'affetto della città al figlio che tanto l'aveva illustrata.
«Non sarebbe stata (o non sarebbe) una mostra qualsiasi, una mostra, intendiamo, che può essere fatta qui o può esserlo altrove; sarebbe stata (o sarebbe) una mostra con una sua precisa ragione storica e logistica.
E avrebbe sicuramente dato lustro - prosegue la ”Famiglia” - alla città; non soltanto per richiamare l'attenzione del mondo culturale su di un movimento artistico ben preciso ma anche per far sapere allo stesso mondo che questa nostra Perugia, pure allora, quando cioè era più piccola e provinciale, era viva di impulsi, di fermenti, d'intuizioni, se sapeva esprimere artisti così moderni e geniali, futuristi appunto».
«Si dice che non sarà soppressa; ma soltanto rinviata. A quando? A quando in ogni caso non sarà più il centenario (che, calendario alla mano, scade alla fine di quest'anno) ed avrà in ogni caso un altro sapore. Perché, anziché un fatto naturale, apparirà un fatto voluto ed inventato. A parte che sarà svanita la componente di spontaneità e d'affetto, facendo vedere che - anche qui, nella sua città - non lo si è tenuto in gran conto, preferendogli altri, facendolo attendere in anticamera, non ricordandosi di festeggiarlo il "giorno del Santo”».
«Il buon Gerardo, sempre così schivo e modesto, per certo non si rivolterà nella tomba: più che ricevere aveva sempre dato e non avrebbe mai chiesto questo tributo. Ma lo richiedeva (o lo richiede) il buon senso, accomunandosi, ripetiamo, a ragioni affettive oltre che pregnanti di contenuto. Si perderebbe un'occasione unica, occorre ammetterlo, e non se ne potrebbe che essere dispiaciuti».

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Il Messaggero - 21 giugno 1984

«Dottori la meritava»

Famiglia Perugina e mostra

La mostra su Gerardo Dottori, pittore perugino che nacque nel 1884, rischia di saltare «Se ne farà al suo posto un'altra, sicuramente importante; ma che è un'altra cosa».
La Famiglia Perugina commenta con amarezza un fatto che ha rilievo cittadino non indifferente.
Prosegue l'associazione: «Oltre a contenuti artistici (era prevista una panoramica sul futurismo e in particolare sull'aeropittura di cui il "nostro” fu iniziatore), aveva contenuti umani: il tributo d'affetto della città al figlio che tanto l'aveva illustrata.
«Non sarebbe stata (o non sarebbe) una mostra qualsiasi, una mostra, intendiamo, che può essere fatta qui o può esserlo altrove; sarebbe stata (o sarebbe) una mostra con una sua precisa ragione storica e logistica. E avrebbe sicuramente dato lustro - prosegue la ”Famiglia” - alla città; non soltanto per richiamare l'attenzione del mondo culturale su di un movimento artistico ben preciso ma anche per far sapere allo stesso mondo che questa nostra Perugia, pure allora, quando cioè era più piccola e provinciale, era viva di impulsi, di fermenti, d'intuizioni, se sapeva esprimere artisti così moderni e geniali, futuristi appunto».
Continua la Famiglia perugina: «Si dice che non sarà soppressa; ma soltanto rinviata. A quando? A quando in ogni caso non sarà più il centenario (che, calendario alla mano, scade alla fine di quest'anno) ed avrà in ogni caso un altro sapore. Perché, anziché un fatto naturale, apparirà un fatto voluto ed inventato. A parte che sarà svanita la componente di spontaneità e d'affetto, facendo vedere che - anche qui, nella sua città - non lo si è tenuto in gran conto, preferendogli altri, facendolo attendere in anticamera, non ricordandosi di festeggiarlo il "giorno del Santo”».
E conclude: «Così facendo si perderebbe un'occasione unica e non se ne potrebbe che essere dispiaciuti».

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