Corriere dell'Umbria - 3 aprile 1990

Al fine della salvaguardia e valorizzazione del nostro patrimonio artistico - culturale, riteniamo utile segnalare che - come abbiamo potuto constatare di persona - in più d'una città specie del Nord e stata già da tempo attuata la delibera Cei del 1 giugno 1974, che ha disposto la costituzione in ogni diocesi di musei diocesani.
Lo scopo - come dice il titolo stesso: "Norme per la tutela e la conservazione del patrimonio storico-artistico delle chiese in Italia" - è quello di raccogliere, custodire e rendere fruibili le tante opere d'arte disperse in chiese chiuse od aperte soltanto la domenica mattina e sempre più abbandonate, toglierle dall' incuria, dalla dispersione e dai furti sempre più frequenti.
Riunendole, in un unico luogo, si crea un punto preciso di riferimento, si costituisce un insieme degno d'una visita, le si valorizza, se ne garantisce la sicurezza ed, oltretutto, si diffonde la conoscenza dei luoghi (perché d'ogni opera ne e indicata la provenienza).
E' iniziativa, insomma, socialmente e culturalmente valida, anzi necessaria: perché, dunque, non anche a Perugia? Oltretutto, non presenta difficoltà insormontabili.
Il reperimento del luogo non dovrebbe essere difficile: la surricordata delibera all'art. 11 infatti suggerisce che "per la sistemazione si veda con favore l'uso delle chiese od oratori ora chiusi al pubblico". E crediamo non ne manchino.
Quanto poi ai costi di gestione, potrebbero essere ridotti facendo ricorso a quel volontariato di cui tanto si parla ed a cui occorrerà pur decidersi ad appoggiarsi: e, in effetti, abbiamo constatato come nei musei già operanti collaborano, anche quali custodi, gli "Amici dei Musei".
D'altro canto, data la natura dell'iniziativa, non dovrebbe essere difficile, purché le si cerchino, trovare sovvenzioni. Ciò che, certo, occorre è, come sempre, reperire la persona che si dedichi con passione all'impresa. Logica direbbe un sacerdote: possibile che non lo si trovi?
Avv. Dante Magnini